Ciao Gina e ancora grazie, anche per l’episodio che hai condiviso: è stata un’esperienza molto carina, davvero! 🙂
Peccato che vi siate poi persi di vista con quella ragazza e il suo ragazzo poi marito. Ma sono sicurissimo che loro pensano spesso a te nel momento di infilarsi un orecchino o anche solo di guardarsi allo specchio, magari sorridendo nel ripensare a quando hai forato i loro lobi e alle risate che vi siete fatti. Sono cose che non si dimentcano 🙂
Tra l’altro anche la tua amica, a 21 anni o giù di lì, è un’appartenente al “club delle non tanto bambine a farsi i primi fori” (come lo avevi definito tu) così come tantissime delle persone che finiscono a visitare questa pagina, ed è logico perché chi si decide “da grande” (e non è MAI troppo tardi) pondera bene la decisione.
Una delle cose che Antonella mi ha raccontato (anche se poi non l’ha scritto nella sua esperienza) è che il bel ricordo che conserva del giorno in cui le ho fatto i secondi buchi è dato anche al fatto che eravamo nella sua camera, in un ambiente familiare e rassicurante, e con lei c’eravamo io che le eseguivo i fori e sua mamma che era molto curiosa di osservare quel che facevo (giustamente un po’ apprensiva ma si fidava di me), che comunque è sempre una presenza rassicurante. Farsi forare nella serenità familiare o tra amici (come ci hai appena raccontato tu, come Teresa e le sue amiche) rende tutta l’esperienza molto più piacevole, persino divertente, rispetto al farlo in un negozio sentendosi addosso lo sguardo di altri clienti, estranei che assistono per caso a quell’evento (per te) così importante e ti osservano con curiosità un po’ morbosa.
==========
Come ho già scritto tante volte io preferisco forare “a crudo” perché il ghiaccio indurisce molto i tessuti: anche se subito la “paziente” non sente quasi nulla il tessuto viene cruentato in modo più importante e si sente dopo. E poi c’è il pericolo che l’angolatura del foro risulti differente quando passato l’effetto del freddo il lobo si rilassa. E’ un pericolo remoto ma secondo me un’esecuzione esteticamente perfetta vale il prezzo di un poco di dolore in più (con gli orecchini a cerchio le eventuali imprecisioni di angolatura si notano tantissimo) e noto che anche Teresa, la dermatologa che fece i buchi a Elena e la zia medico di Michela sono dello stesso avviso. Del resto ho forato i lobi “a crudo” anche a due bambine (la più piccolina di soli 6 anni) così decise che hanno “sopportato” alla grande! Per procurare il minor dolore possibile meglio concentrarsi su sicurezza e rapidità di esecuzione e tipo di ago. Il lubrificante, come abbiamo visto, può ridurre ulteriormente il fastidio, specialmente all’atto di inserire l’orecchio. Ma deve essere un lubrificante medicalmente idoneo: non è detto che la prozia di Michela abbia usato proprio il gel che ho indicato io ma è possibile perché adattissimo allo scopo e sarà quello che utilizzerò la prossima volta che mi capiterà di eseguire dei fori.
Prima di provare l’ago cannula (che essendo per uso medico è sigillato e sterile) usavo anch’io gli aghi da ricamo a mano proprio perché molto adatti: entrano bene, non lacerano il tessuto e non provocano sanguinamento. Per ciascun foro un ago nuovissimo (e lasciato prima disinfettare a lungo in soluzione antisettica, tipo Betadine, che è a base di iodio). L’ago cannula però è migliore perché ancor più delicato anche usando un calibro (il 18 colore verde è ideale per il lobo, NON PER ALTRI PIERCING!) leggermente più grande dello stelo dell’orecchino (1,34 mm contro circa 1,2), che scivola dentro meglio provocando meno fastidio e meno irritazione, con un decorso più confortevole. Il forellino poi si assesta sulla dimensione del perno del primo orecchino.
Anche se usi l’ago cannula per forare, il buon vecchio ago da cucito però torna utile nel caso si proceda ad eseguire fori successivi ad altri già esistenti sullo stesso lobo: infilarli (meglio disinfettati) negli altri buchi al posto degli orecchini (che comunque, se presenti, vanno sempre fatti togliere prima di effettuare nuovi fori) aiuta visivamente a comprenderne l’angolatura per riuscire a dare ai nuovi fori un angolo congruente con quello dei preesistenti. Questa precisione (estetica) è possibile solo con l’ago a mano, impensabile se si fora con una macchinetta, anche delle più recenti, perché può forare solo in modo esattamente perpendicolare.
Come recettore posteriore, per attutire dietro il lobo la spinta dell’ago durante la foratura, va molto bene il cubetto di patata appena tagliato (suggerimento di Teresa) ma preferisco avvolgerlo in una garza imbevuta di disinfettante (da preparare un attimo prima di procedere con la foratura). La consistenza della patata è migliore di quella del dischetto ricavato dal tappo di sughero (come usavo inizialmente) e rende la foratura più dolce.
Per attenuare il fastidio nell’appoggiare la testa al cuscino durante la guarigione (e comunque per i primi 6 mesi, quando si deve continuare ad andare a letto con gli orecchini inseriti) sono consigliatissimi i cappucci in silicone (anch’essi da trattare preventivamente con soluzione antisettica) da mettere al posto delle farfalline. Il silicone ha anche il vantaggio di essere anallergico. Antonella ne ha comprato un sacchetto in un negozio di minuterie per bijoux. Ne vendono anche in pvc ma il silicone è molto meglio.
Spesso ci dimentichiamo di consigliare il tea tree oil, da comprare in erboristeria (anche qui grazie a Teresa 😉 ), da applicare una-due volte al giorno come lenitivo nei primissimi giorni post-foratura. E’ molto efficace e dà sollievo. Oltre naturalmente alla normale routine disinfettante almeno due volte al giorno (ad esempio col Bialcol, mai acqua ossigenata perché troppo aggressiva, tende a “seccare” la ferita) e alla rotazione degli orecchini, sempre nello stesso senso. Chi va in palestra o fa attività fisica, a causa del sudore dovrebbe aumentare la frequenza dell’operazione di disinfezione. La rotazione degli orecchini subito dopo aver disinfettato contribuisce a tenere asettica la ferita. Sempre mani ben pulite (meglio se disinfettate anch’esse!) quando si toccano gli orecchini coi buchi in via di guarigione.
Ah, io uso sempre i guanti sterili monouso (che vanno cambiati dopo aver finito di maneggiare il pennarello – possibilmente una penna dermografica ad uso chirurgico ma in assenza può andare un comune pennarello a feltro purché con inchiostro atossico – per marcare il punto di foratura). Non disponendo dei guanti (quando ho fatto i buchi a mia mamma, la prima esperienza, non li avevo) le mani vanno disinfettate con la massima cura e ri-disinfettate dopo aver maneggiato il pennarello!
Ricordo infine i tempi di guarigione (ovviamente se non insorgono inconvenienti). Ovviamente valgono anche per chi ha fatto i fori con la macchinetta (tipo Inverness, Studex, eccetera) in farmacia/gioielleria/centri estetici… :
– Minimo 4 settimane (però meglio attenderne almeno 6) prima di sostituire i primi orecchini (primissima e ancora molto incompleta rinsaldatura dei fori). Usare sempre orecchini piccini e leggeri (non devono dar fastidio a dormire), non cambiarli spesso per non rischiare di irritare il forellino ancora debole.
– Per 6 mesi tenere gli orecchini 24 ore su 24, anche per dormire (seconda rinsaldatura, la cicatrizzazione del canale del foro si dovrebbe sentire anche al tatto tenendo il lobo fra due dita). Trascorso questo lasso di tempo è consigliabile non tenere mai più gli orecchini la notte, a meno che non siano modelli che non impattano sforzando il foro, ad esempio piccolissimi cerchietti.
– Almeno 9 mesi ma più verosimilmente 1 anno (varia da persona a persona) per la rinsaldatura definitiva dei fori, che diventano finalmente stabili. Prima che sia trascorso questo periodo gli orecchini vanno indossati ogni giorno, anche se non più 24 ore su 24.
– Dopo un anno è possibile iniziare ad indossare tranquillamente anche orecchini a gancio ricurvo, monachelle, eccetera. Evitare più possibile gli orecchini pesanti che alla lunga rischiano di allungare il foro (se proprio si vuole, indossarli solo per una serata ogni tanto, ma non di più!). Prima che sia trascorso un anno dalla foratura non provare orecchini di bigiotteria di dubbia provenienza ma solo metalli nobili o acciaio certificato di grado chirurgico. Va tenuto conto che anche chi non è allergica al nichel potrebbe diventarlo dopo aver effettuato i fori proprio inserendo orecchini contenenti nichel nella ferita ancora fresca.
La rinsaldatura definitiva dei buchi (1 anno e oltre dalla foratura) non significa che questi non si richiuderanno più. La cosa varia (di molto) da persona a persona ma è facile che dopo un periodo prolungato senza mettere gli orecchini inizi a diventare difficile reinserirli. Non sempre è necessario rifare il buco ma riaprirlo potrebbe essere fastidioso. Meglio ricordarsi di mettere orecchini almeno di tanto in tanto per mantenere i forellini funzionali. Ovviamente più anni si sono portati orecchini, maggiore sarà il lasso di tempo prima che il foro tenda a restringersi e tapparsi.
Chi invece porta quotidianamente gli orecchini dovrebbe cercare di non dimenticare di averli ma, di tanto in tanto, toglierli e disinfettarli oltre a pulire bene i lobi (anche “spremendoli” con due dita sotto l’acqua corrente) usando un sapone antibatterico (routine imparata da Antonella). Si ovvierà così ad eventuali problemi dovuti al ristagno di sebo, pelle morta e batteri all’interno del foro che, oltre tutto, potrebbe essere causa di cattivo odore.
===========
Sperando che prima o poi possa tornare utile a qualcuno ne ho approfittato per fare il punto della situazione, caso mai qualcuno passando di qua volesse approfondire senza leggere informazioni sparse per tutti i commenti che ormai sono parecchi 🙂
Ho aggiunto anche qualche “dritta” in più che credo di non aver mai scritto o avevo dato per scontato.
Spero solo di non scoraggiare nessuna eventuale lettrice ancora indecisa dal farsi fare i buchi. Osservare le buone pratiche alla fine è più semplice di quel che sembra e alla fine la possibilità di abbellire il viso con gli orecchini vale qualche piccolo sacrificio e qualche attenzione in più. 😉
Ritengo che per la foratura del lobo queste siano davvero buone pratiche che ho man mano migliorato con l’esperienza… sempre con la soddisfazione delle mie “pazienti”! 🙂
Anche da parte di Antonella un carissimo saluto a Gina (ancora grazie per l’ospitalità) e a chiunque passerà di qua.
Mercoledì prossimo avrò l’intervento alla gamba, tornerò da queste parti successivamente.
Buon fine settimana!
😉