Grazie Giacomo per il tuo personale racconto.
Sono sorpreso di quanto tu, fin dall’infanzia, fossi stato colpito dagli orecchini e dall’osservazione di chi li indossava. Se ci ripenso per me non significavano niente: gli orecchini era una cosa che vedevo senza badarci assolutamente, non colpivano in alcun modo la mia fantasia. E poi invece si sono rivelati interessantissimi e affascinanti in modo del tutto inaspettato quando per un caso (quella richiesta di mia madre) ho iniziato a forare i lobi. All’inizio mi ci sono approcciato in modo non diverso dal fare un’iniezione (sono capitato su questa pagina facendo ricerche per comprendere meglio il da farsi) ma mi sono accorto subito che c’era molto di più, che le due cose sono completamente diverse per il legame emotivo che si crea ogni volta tra la persona che esegue i fori e quella che ha deciso di farseli fare. Con la gioia e la soddisfazione di entrambe nell’ammirare il risultato finale!
Anche Gina ha parlato più volte di questo, ad esempio qui (raccontava di quando sua mamma le ha fatto i buchi):
http://www.wx1.org/ricaricablog/2010/05/buchi-alle-orecchie-per-orecchini-dove-come-quando.html#comment-21232
e poi ancora qui (quando è stata lei ad eseguire i fori ad un’amica e al suo ragazzo, mettendo a frutto le conoscenze apprese dalle donne di famiglia):
http://www.wx1.org/ricaricablog/2010/05/buchi-alle-orecchie-per-orecchini-dove-come-quando.html#comment-21917
(notare che la tecnica in uso nella famiglia di Gina per la foratura ad ago tradizionale prevede l’uso del ghiaccio per anestetizzare un poco il lobo prima di forarlo, invece io preferisco non anestetizzare per non indurire i tessuti del lobo: l’ago entra meglio ed è più semplice imprimere la direzione voluta e anche Teresa è d’accordo con me in questo)
Infine, trovo sia bellissimo che tu abbia deciso di regalare alla tua ragazza proprio gli orecchini per l’anniversario ispirato proprio da questa pagina!!!
Ciao 🙂