Ciao, come avevo scritto riservo un commento particolare all’esecuzione dei secondi fori sui lobi delle orecchie (un foro aggiuntivo su ciascun lobo oltre a quello tradizionale già presente) che ho praticato alla ragazza che mi ha assistito nei mesi scorsi per la rieducazione fisioterapica dopo l’incidente.
Premetto che la tecnica manuale ad ago è particolarmente indicata per i fori “aggiuntivi” perché l’angolazione del nuovo foro deve essere perfetta e congruente con quella dei fori già presenti se si vuole ottenere una perfetta resa estetica anche inserendo orecchini a cerchietto in tutti i buchi. Diversamente il rischio è che i cerchi seguano ciascuno un’inclinazione casuale (e non esteticamente gradevole) rispetto al viso. Solo l’ago permette una precisione totale in questo senso. Ovviamente l’esecutore deve avere una buona mano e deve sapere operare l’inserimento con la dovuta decisione (per essere delicati occorre compiere gesti rapidi e decisi).
Nell’articolo sopra Gina ha scritto di non utilizzare aghi da siringa (detti propriamente “aghi ipodermici”) “perché tagliano come una lancia i tessuti interni del lobo e provocano maggiore sanguinamento”, il che è assolutamente corretto. Ma oltre agli aghi ipodermici esiste in campo medico anche un’altra famiglia di aghi, gli “aghi cannula”, cioè aghi cavi che si utilizzano per la cateterizzazione e la fleboclisi (popolari sotto forma di farfallina, con calibro a numerazione dispari)., Un ago cannula si può acquistare tranquillamente in farmacia.
Trattandosi di aghi per inserimento in vena, sono sagomati in modo specifico e se usati correttamente non danno origine a sanguinamenti indesiderati.
Il tipo di “ago cannula” che ho utilizzato non è ovviamente a farfallina ma è uno tra quelli con calibro a numerazione pari, da catetere venoso. Si tratta di uno strumento popolare per l’esecuzione di piercing, soprattutto negli Stati Uniti. Il calibro in medicina viene scelto in ragione del flussaggio richiesto (conta il diametro interno del foro). Ma nel nostro caso va scelto a seconda del piercing da eseguire (a noi interessa il diametro esterno dell’ago). I buchi ai lobi vengono effettuati per permettere il passaggio di gioielli di piccolo calibro, dato che lo standard per gli orecchini è 1,2 mm. Ci si tiene leggermente larghi per rendere più agevole l’inserimento del gioiello sfilando l’ago e perché un foro eseguito appena più largo accoglierà più facilmente, in seguito, anche i gancetti ricurvi tipici di alcuni popolari tipi di orecchini.
La scelta, nel nostro caso, è caduta sul calibro 18, cioè il tipo verde (ogni calibro è contraddistinto da un colore) che ha diametro esterno di 1,34 mm, assolutamente ideale per lo scopo. Nel caso dei lobi di Alida, però, avrei scelto il calibro 16 (più piccolo il numero, più grande l’ago) grigio, che ha diametro esterno di 1,72 mm e le avrebbe agevolato l’inserimento precoce di una monachella. Faccio notare che, in fase di cicatrizzazione, i buchi si restringono al calibro proprio del perno degli orecchini inseriti nel periodo di guarigione (presumibilmente 1,2 mm).
L’ago cannula, al momento della foratura, scorre attraverso il lobo con incredibile facilità e dolcezza. Si sente al tatto che è assai poco traumatico (e la conferma l’ho avuta sia al momento, dato che lei mi ha assicurato di aver provato solo un lieve dolore, sia dopo apprendendo con piacere che la rotazione degli orecchini ha smesso in fretta di essere fastidiosa) anche se, precauzionalmente, ho prescritto i medesimi tempi di cura e guarigione.
Per inserire l’orecchino nello stesso verso della foratura occorrerebbe essere dotati di un attrezzo utilizzato dai piercer per recidere l’ago prima dell’attacco previsto per il tubo del catetere (che ha il colore che caratterizza l’ago). Non lo possiedo ancora anche se conto di procurarmelo. Ma in questo caso non ne avevamo bisogno! Gli orecchini a cerchietto (ma con perno dritto nella parte che trapassa il lobo quindi ideali per il primo periodo di guarigione), di piccolo diametro e in oro, che io ed Antonella abbiamo regalato per Natale alla mia fisioterapista vanno inseriti da dietro in avanti. Ho dunque fatto un'”acrobazia” per infilarglieli sfilando l’ago nella direzione opposta a quella di foratura ma è andato tutto a meraviglia perché sono scivolati bene dentro il foro appena eseguito causando il minimo trauma (e il minimo dolore) possibile.
Consiglio l’utilizzo dell’ago cannula, che utilizzerò ancora quando in futuro mi sarà ancora richiesto di eseguire fori ai lobi.
Credo che queste informazioni possano rivelarsi molto utili a chi leggerà, anche in futuro. Mi raccomando però, effettuate i buchi ad ago solo se avete coscienza di ciò che state facendo e leggete con attenzione le esperienze di questa pagina, come feci anch’io la prima volta (e nel frattempo il numero di esperienze si è arricchito, con tante utili informazioni).
Carissimi auguri di Buone Feste a Gina e a tutti i lettori di questa pagina
da Antonella e da me. A presto 😉